Le donne della mia vita

(Last Updated On: 2017-01-02)

 Il libro Le donne della mia vita è una confessione particolare riguardo alcune cose di cui sinora nessuno aveva osato scrivere apertamente e in maniera così diretta.
Con la storia del protagonista di questo romanzo riprende vita la nostra gioventù, i primi tentativi, le gioie e i futuri insuccessi.
Il libro è appassionante e commovente, sia per i teen ager che per gli adulti.
Vengono rivelati dei segreti che possono toccare ed interessare senza dubbio migliaia e migliaia di persone che utilizzano i siti di ricerca partner su internet.

„Sai, la cosa è strana è che io qui voglio scriverti qualcosa sulle donne con cui una volta ho avuto a che fare, ma a dir la verità voglio parlare di loro per non dover scrivere di una. Di Jasmin. Sai, ha un nome strano perché suo padre era arabo, anche se io non lo definirei proprio un padre perché se tu sapessi cosa è successo allora non lo chiameresti neanche tu così.”

„In questo periodo purtroppo piove sempre. Guardi dalla finestra e senti che questo è il tuo mondo, un mondo nuvoloso e piovoso, e lo senti sempre guardando fuori dal manicomio, anche quando fuori splende il sole. Ma una volta poi finirà e allora questi maledetti medici non mi tormenteranno più. Forse potrò rivedere Jasmin. Quando stavo nella quindici uno me lo ripeteva in continuazione. Finirà. Nessuno l’ha preso sul serio. Poi una mattina ci siamo svegliati ed era morto. Aveva spaccato la finestra del bagno e si era tagliato le vene.”
„Ti ho già raccontato la mia prima delusione? Stavo in quinta elementare. Da allora non sono riuscito a riprendermi e spesso ci soffro ancora durante le notti insonni. Ero innamorato di una compagnetta di classe, si chiamava Kriszti. Lei era tutto per me. Quando mi svegliavo la mattina non vedevo l’ora di andare a scuola per vederla. Era una ragazza bellissima! Solo Jasmin era più bella di lei.

„Me la vedo ancora oggi davanti, come la prima volta che l’ho vista, a quindici anni, nel parco dell’accademia di musica seduta su una panchina con un vestitino a fiori mentre studiava intensamente uno spartito di Beethoven, che adorava; quello spartito che appena un anno dopo si era imbrattato del suo sangue scuro schizzato fuori dalle sue vene tagliate. Mi ricordo quando per poco non svenni anch’io tornando a casa e vidi Jasmin, non per la vista del sangue ma perché venni assalito dall’immensa paura di perderla e il rimorso di coscienza mi tormentò con furore l’anima quella notte. Dallo spavento rimasi impotente sopra di lei e mi sentivo talmente debole che quando mi chinai per sollevare il suo volto crollato sui tasti del pianoforte, ebbi un capogiro che quasi caddi sopra Jasmin, sdraiata priva di sensi mentre dal polso abbandonato il sangue colava sul pavimento con un picchiettio uniforme, quasi come un orologio che ticchettava implacabile e che in alcune situazioni, col suo monotono rumore, può risultare terribilmente snervante. Guardando Jasmin, mi si riaffacciò in mente con una velocità incredibile il nostro primo incontro, avvenuto nel giardino dell’accademia di musica che frequentavamo entrambi.”

„A proposito, ti ho mai raccontato come ho perso la verginità? No, vero? Avevo quasi diciott’anni, non so perché ma non avevo fortuna con le donne. E non era neanche facile, lo sai sicuramente, quello di cui ti sto parlando. Allora avevo cominciato a spaventarmi, temevo di rimanere vergine. Sarebbe stata una cosa tremenda. Beh, forse tu lo sai cosa vuol dire, perché sei ancora vergine. Non importa, non preoccuparti. Non è niente di che, è solo prima che ti sembra una grande cosa. Avevo paura, secondo me tutti hanno un po’ paura. I ragazzi dell’insuccesso, le ragazze del dolore. Molti hanno detto di come bisogna fare e che è molto meglio farlo con chi non è più vergine. Perché può insegnare. Ma credimi, non c’è niente da imparare, è una cosa istintiva. O va istintivamente o non va. E a me non è andata. C’è un malato, sui quarantacinque anni. Parla in continuazione di questa cosa. Dice a tutti di non farlo. Sai, nel suo caso è comprensibile, perché a sette anni è stato violentato dal patrigno.”
„Credo che allora già baciavo meglio, più sicuro di me, mentre baciavo la accarezzavo, prima la schiena, poi il sedere che si poteva sentire bene perché indossava soltanto un pantalone da ginnastica sottile. Aveva un sedere sodo, tonico e rotondo, come in genere ce l’hanno le ragazze di quindici anni, di norma. Poi mi feci sempre più coraggioso e di lato, velocemente, le toccai il seno di sfuggita. Dio, che sensazione! Un brivido mi attraversò il corpo, da allora non ho più provato niente di simile. Il primo tocco che non ho più potuto sentire. Tranne che con Jasmin.”

„Sai, una volta ho conosciuto una ragazza che mi piaceva tanto e che non avrei mai pensato che non fosse stata ancora con nessuno. Eravamo entrambi nudi ed eccitati, carichi di desiderio, quando mi disse molto piano che voleva sussurrarmi una cosa. Mi chinai verso di lei.
– Sono ancora una ragazzina – mi sussurrò all’orecchio. Io, invece di alzare la bocca dalle sue labbra, fissai con gli occhi spalancati il muro bianco davanti.
– Non importa, vero? – chiese e mi girò la testa per potermi guardare negli occhi.
– Certo che non importa – le dissi e la baciai sulla fronte.
– Allora vieni, ma ti prego, fai piano, ho un po’ paura – sussurrò con volto innocente.
– No, non si può. Virág, non è possibile – dissi balbettando.
– Perché? – chiesi mettendosi a sedere.
– Perché non ti merito, non mi merito che tu dia a me il tuo tesoro più prezioso. Non si può – dissi e mi alzai, mi vestii e mi misi a piangere.
La guardai e non sapevo come spiegare a questa innocente e bellissima ragazza che non volevo avere niente da lei, non volevo che per tutta la vita le rimanesse il brutto ricordo della prima volta che aveva fatto l’amore, che vorrei proteggerla dal mio essere depravato. Quando finii di vestirmi le accarezzai il volto rigato di lacrime. Mi fissò con uno sguardo triste e disperato e vidi che non capiva la situazione.
– Poi una volta capirai – le dissi a bassa voce e le asciugai le lacrime con le dita. Quindi uscii dalla stanza.
Qualche anno dopo ci incontrammo casualmente per strada e andammo a passeggiare sulla riva del Danubio. È stato bello rivederla ed abbracciarla sapendo che allora aveva deciso nella maniera giusta. Ero contento di non aver avuto una, proprio io che volevo tutte le donne. O almeno tutte le donne belle. Ero contento finché non seppi con quale dolore un suo insegnante l’aveva privata della sua verginità e l’aveva violentata.”